Cognitivo Comportamentale

“E poi ci sei tu, e me lo insegni ogni volta. Mentre mi guardi con curiosità e mi chiedi: che cosa vuoi? Lasciami in pace, giusto il tempo di sbagliare, ed io ti lascio fare, non ti critico e non ti giudico. Non sono nato per questo, io; ci penseranno gli adulti a lasciarti ferite e cicatrici, mentre io mi prenderò cura di te, e ho fiducia in quello che diventerai.”

Nata negli anni 60 ad opera di A.T.Beck
la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale rientra nelle terapie più adottate nella pratica clinica da parte degli psicoterapeuti in Europa e in tutto mondo, con base scientifica.
La TCC è una terapia ben strutturata, dove il terapeuta “forma” il suo paziente (“si può insegnare ad essere il terapeuta di se stesso), inoltre può essere di breve, media e lunga durata, a seconda degli obiettivi ed infine è una terapia orientata al presente (aprendo delle “finestre sul mondo dell’infanzia”). Difatti si parte dal modo personale di una persona di pensare, dalle sue emozioni e comportamenti e si cerca con la terapia di risalire ai fattori scatenanti del problema riportato in terapia (PENSIERI AUTOMATICI/CREDENZE INTERMEDIE/CREDENZE DI BASE).
Assunto di base della TCC è il cambiamento dei pensieri e delle credenze distorte del paziente, delle sue emozioni disfunzionali e dei comportamenti maladattivi, come conseguenza ad uno stile di vita più sano.
La TCC è una terapia individuale, di coppia e di gruppo, ed è estesa a tutti: adulti, adolescenti e bambini.
Per quali disturbi è indicata la Terapia Cognitivo Comportamentale
Numerose ricerche confermano che la Terapia Cognitivo Comportamentale è efficace nel trattamento dell’ansia e degli attacchi di panico, delle fobie, del disturbo ossessivo compulsivo, della depressione, del disturbo da stress post-traumatico, dei disturbi del sonno, disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità), dei disturbi da dipendenza (alcool, droghe, internet, affettiva, sessuale), nelle disfunzioni sessuali, nel disturbo bipolare e nelle schizofrenie (associate ad un intervento farmacologico) e infine nei disturbi di personalità.

EMDR

“Per questo motivo ho scelto, secondo coscienza, di non utilizzare sempre e solo la voce, ma anche le mani, che generalmente uso a studio per la stimolazione bilaterale della terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e ho iniziato a scrivere, prendendo proprio spunto da una serie di miei vissuti, ma che appartenevano anche a tante altre persone.”

L’EMDR (dall’acronimo Eye Movement Desensitization and Reprocessing, ovvero Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio evidence based, utilizzata per il trattamento dei trauma e di altre tematiche collegate allo stress.
L’EMDR  è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare e risolvere i vari disturbi connessi a esperienze stressanti e/o traumatiche dal punto di vista emotivo e cognitivo.
A seguito di una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico, del soggetto, subiscono una desensibilizzazione, ovvero perdono la loro carica emotiva negativa, e l’immagine disturbante che mantiene il ricordo negativo cambia, i pensieri negativi generalmente si attenuano o spariscono, e le emozioni, così come le sensazioni fisiche si riducono di intensità.
Con la ristrutturazione cognitiva e la terapia EMDR il paziente, può cambiare la sua prospettiva, che diventa più adattiva, cambiano le cognizioni su di sé, le emozioni sono più adeguate alla situazione vissuta e, infine, le reazioni fisiche attive, svaniscono.
In altre parole, a seguito della terapia EMDR il paziente sente realmente che il ricordo dell’esperienza negativa e traumatica fa parte del suo passato e quindi è vissuta dallo stesso in modo distaccato, percepito come un ricordo lontano e non più disturbante, dal punto di vista cognitivo, emotivo, fisiologico e comportamentale.
Dal 2013 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la terapia l’EMDR è stata riconosciuta come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati.

Schema-Focused Cognitive Therapy

Nata negli anni 90 da Jeffrey Young e colleghi, lo ST può essere descritto come un modello teorico e un approccio psicoterapeutico davvero innovativo in quanto abbina le teorie dell’attaccamento, della Gestalt, psicodinamiche e altre ancora, con alcune tecniche della Terapia Cognitivo Comportamentale.
Secondo la ST, il benessere psicologico degli individui deriva dall’abilità delle persone di soddisfare i propri bisogni in modo adattivo e nei bambini, tale soddisfacimento dipende dai genitori o di coloro che se ne prendono cura.
La ST è particolarmente utile nella terapia di pazienti con difficoltà complesse e problematiche psicologiche ben radicate, come nei Disturbi di Personalità; inoltre la sua efficacia è stata dimostrata, nel trattamento dell’ansia e della depressione, nei disturbi dell’alimentazione, nei problemi di coppia e tanti altri disturbi.
Secondo la ST il mancato soddisfacimento dei bisogni emotivi universali genera uno squilibrio psicologico nei soggetti, che deve essere ripristinato.
Tra i bisogni emotivi universali troviamo i bisogni di cura, di sicurezza, abilità e stabilità, di autonomia, di accettazione e autonomia, e senso d’identità. Ritroviamo inoltre il bisogno di essere liberi nell’esprimere le proprie idee ed emozioni, di essere spontanei, etc.
Tuttavia, nei pazienti la richiesta di questi bisogni emotivi può essere differente.
Laddove i bisogni emotivi primari non vengano soddisfatti in maniera adeguata, secondo la ST, si verrebbero a formare i “Schemi Maladattivi Precoci” (SMP) che secondo Young può essere descritto come: “un tema o un aspetto generale che comprende ricordi, emozioni e cognizioni e insorge durante l’infanzia o l’adolescenza, ed è relativo a sé e alle proprie relazioni con gli altri.
L’obiettivo principale della ST è quindi quello di trasformare uno schema maladattivo in uno più funzionale e attraverso un triplo lavoro cognitivo, emotivo e comportamentale, lo schema si indebolirà fino ad andare via.

Yoga

“Non pensavo che lo Yoga avesse questo effetto su di me. Ha riportato a galla ferite, sensazioni, tensioni che si sono aggiunte a quelle della mia vita di oggi, ma grazie a questa pratica, oggi ho gli occhi gonfi ma l’anima in pace e in equilibrio con me stesso.”

La parola Yoga, coniata dall’inglese Yoke, deriva dalla radice sanscrita “yuj” che significa unire, attaccare, unire.
La parola Yoga descrive un gruppo di pratiche, di discipline fisiche, mentali e spirituali anticamente indiane; difatti rappresenta una delle sei scuole ortodosse tradizionali filosofiche indù.
Nel mondo occidentale, il termine Yoga è associato a una forma moderna di “Hata” yoga, e include la pratica fisica di determinate posture e figure denominate “asana”.
Nello specifico lo Yoga è descritto come l’equilibrio della nostra anima, in tutti i suoi aspetti, con l’obiettivo di perseguire la propria felicità e pace interiore e la felicità. E’ dunque un metodo che calma la mente irrequita e condizionata da eventi circostanti e interni alla persona e può essere applicato da tutti: dai bambini agli anziani e aiuta a eliminare i dolori a riposare meglio.
Attualmente oggi è in voga lo yoga moderno che ha uno scopo terapeutico che si fonda su una serie di esercizi e tecniche di rilassamento per migliorare e/o mantenere o lo stato di salute generale, nei soggetti che la applicano. Ad esempio, si utilizza lo Yoga con la meditazione, con musiche rilassanti e utilizzando anche tecniche di rilassamento come ad esempio le visualizzazioni (utilizzate anche nella psicoterapia).